Ci sarà mai qualcuno in grado di dimostrarlo in giudizio ? Molto difficile tenuto conto della autonomia del contratto, ma lanciamo una pietra nello stagno, non si sa mai…
Il Mobbing è quella forma di violenza o pressione psicologica esercitato principalmente dal datore di lavoro o da un superiore sul luogo di lavoro allo scopo di eliminare o distruggere psicologicamente una persona al fine di provocarne il licenziamento o trarne dei vantaggi.
Il Mobbing è un reato perseguibile sia penalmente che civilmente .
Ogni qualvolta parliamo di mobbing , ci viene spontaneo e naturale associare questa forma di violenza al lavoro dipendente e principalmente alle lavoratrici, ma il mobbing non è una persecuzione solamente a scopo sessuale, e non è rivolta esclusivamente al sesso femminile, esso è perpetrato indifferentemente sia sull’uomo che sulla donna.
Anche l’agente commerciale non è esente da una forma più o meno sottile di intimidazione sicuramente simile od uguale al Mobbing. Da qualche anno è sottoposto continuamente e ripetutamente a prevaricazioni , imposizioni, che nulla hanno da invidiare a quelle del lavoro dipendente, sicchè in molti casi esso è ancora più incisivo.
E’ troppo semplicistico ritenere che trattandosi di un lavoro autonomo, si è liberi di accettare o meno determinate prevaricazioni; la ns libertà è molto relativa, certo, possiamo non accettare, ma la mancata accettazione comporta la disdetta del contratto, ma con quali conseguenze? Occorre inoltre considerare che nessuno può volontariamente sottrarsi all’ineluttabilità del doversi procurare i mezzi di sostentamento per sé e per la propria famiglia, quindi nulla di diverso dal lavoratore dipendente, per il quale , spesso o quasi sempre il licenziamento del lavoratore dipendente è molto più difficile.
L’agente commerciale è vincolato a svolgere per una o più mandanti la promozione delle vendite alle condizioni sottoscritte contrattualmente.
La quasi totalità dei contratti ormai contengono clausole unilaterali, così dispotiche, che nulla avrebbero a che vedere con un lavoro AUTONOMO, purtroppo si è quasi sempre costretti ad accettare. Una volta firmato il contratto, non sono solo le eventuali clausole cosiddette vessatorie a turbare l’agente commerciale, iniziano ripetuti , reiterati ed arbitrari condizionamenti, come: riduzioni di provvigioni, il cliente in accordo con il capo area o con la ditta stessa ottiene uno sconto extra, o una dilazione maggiore del pagamento, ed ecco ridotta la provvigione, a nulla valgono le lamentele, la risposta è : questa è la politica aziendale; un cliente diventa importante, ecco arrivare un foglio dove è scritto che in accordo con la mandante si è ritenuto giusto ridurre le provvigioni per quel cliente, se non addirittura convenire che lo stesso passi cliente direzionale; ed ancora,
l’ imposizione di strumenti elettronici particolari, pretendere la presenza sul punto vendita o nelle fiere o a determinate manifestazioni senza neppure riconoscere il rimborso spese, ed ancora il non ricevere risposta a richieste scritte o verbali, ottenere solo rifiuti a richieste di carattere professionale, essere oggetto di continue variazioni di zona di lavoro.
Ciò è solo un modestissimo esempio di come le ns mandanti o direttori commerciali, attuano un sopruso verso l’agente commerciale.
Questo comportamento reiterato nel tempo, non provoca solo un danno economico, ma principalmente un danno biologico e psicologico. Solo pochi agenti hanno la capacità, la forza, il potere, di porre fine a questi comportamenti, ma per far terminare queste prevaricazioni devono spesso rinunciare al mandato oppure subire in silenzio questi comportamenti, non è sempre facile sostituire una mandante alla quale spesso si è dedicato anni di lavoro.
Fonte: Gianni Di Pietro
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